L'agricoltura produce energia d'alta qualità sotto forma di derrate alimentari. A sua volta anche lei ha bisogno direttamente e indirettamente di energia. L'energia diretta sotto forma di carburanti, combustibili o elettricità permette di far funzionare e di utilizzare macchine ed edifici agricoli. Quella indiretta, ovvero l'energia grigia, serve per ottenere mezzi di produzione (p.es. foraggio e concimi) e per l'infrastruttura (p.es. edifici e macchine). La maggior parte di questa energia è fossile. In seguito alla trasformazione del sistema energetico anche l'agricoltura è chiamata a contenere per quanto possibile il suo fabbisogno energetico e a coprirlo sempre più attraverso fonti rinnovabili. Grazie a una produzione vegetale e animale adeguata al luogo, inoltre, può accrescere la sua efficienza.

Dipendenza dai vettori energetici fossili

Agroscope effettua annualmente il calcolo del fabbisogno energetico dell'agricoltura svizzera, sulla base di statistiche nazionali sul consumo, estrapolazioni e stime di esperti. La Svizzera viene considerata un'azienda agricola, ovvero si tiene conto di quanta energia entra ed esce dall'azienda, tralasciando i flussi interni. Nel 2013 il fabbisogno energetico del primario ammontava complessivamente a circa 53 900 terajoule (TJ), di cui 16 300 TJ (ca. 30%) di energia diretta sotto forma di carburanti e combustibili fossili, elettricità ed energie rinnovabili (elettricità e calore). Il fabbisogno di energia indiretta, invece, era pari al 70 per cento circa di quello totale.

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La maggior parte del fabbisogno di energia diretta dipendeva dal diesel necessario per i veicoli agricoli, che nel 2013 si aggirava attorno a 5800 TJ facendo ammontare il fabbisogno dell'agricoltura svizzera a circa 150 milioni di litri di diesel). Il fabbisogno di benzina, invece, era pari a 21 milioni di litri. Nel complesso i carburanti rappresentavano il 39 per cento del fabbisogno di energia diretta (6500 TJ), seguiti da olio combustibile e gas con 5400 TJ (33%). Per il riscaldamento delle serre agricole (3900 TJ) è stato consumata decisamente molta più energia sotto forma di olio combustibile e gas che per il riscaldamento delle stalle (1500 TJ). L'elettricità ha raggiunto quota 22 per cento del fabbisogno di energia diretta (3600 TJ), i vettori energetici rinnovabili il 6 per cento (1000 TJ).

Gran parte del fabbisogno di energia indiretta è vincolata alle macchine e agli edifici agricoli, ovvero all'infrastruttura. Questi due ambiti nel 2013 rappresentavano oltre la metà del fabbisogno di energia indiretta, attestandosi rispettivamente a 11 000 e 9800 TJ. Tuttavia sono proprio questi due valori a suscitare dubbi relativamente grossi a causa di indicazioni poco dettagliate sulla durata di utilizzo, sul fabbisogno di superfici e sulla portata (cfr. Agroscope Transfer). Tra i mezzi di produzione, a rivestire una particolare importanza dal profilo energetico erano i foraggi (8000 TJ, 21%) e i concimi minerali (3600 TJ, 10%), nonché il consumo energetico per approntare i vettori energetici diretti, ad esempio attraverso l'estrazione del petrolio e la produzione elettrica nelle centrali (4600 TJ, 12%).

Efficienza energetica invariata dal 1990

Il fabbisogno energetico totale dell'agricoltura svizzera nel 2013 ha segnato un aumento del 6 per cento rispetto al 1990. Dopo cifre inizialmente in leggero calo, il valore è cresciuto costantemente dal 1999 al 2007 per poi mantenersi su livelli più o meno stabili. Il fabbisogno di energia diretta è rimasto praticamente invariato negli anni. La lieve crescita del fabbisogno di elettricità e carburante è compensata da un'analoga diminuzione di quello di olio combustibile e gas. Gli andamenti del fabbisogno energetico totale sono influenzati essenzialmente dalle variazioni relative all'energia indiretta. A tal proposito va citata la diminuzione dell'impiego di concimi minerali negli anni '90. Dalla fine degli anni '90, invece, è aumentato il consumo di energia sotto forma di importazioni di alimenti per animali.

Analogamente al fabbisogno energetico agricolo, dal 1990 è leggermente aumentata anche la produzione di energia alimentare agricola. Nel 2013 a un volume di energia digeribile nei prodotti agricoli pari a 22 800 TJ si contrapponeva un input di energia di 53 900 TJ. Da ciò risultava un'efficienza energetica del 42 per cento circa. Questo valore non ha subito variazioni notevoli dall'inizio degli anni '90. Per produrre 1 megajoule (MJ) di energia per l'alimentazione umana sono necessari in media 2,3 MJ. L'efficienza energetica della produzione vegetale è migliore di quella della produzione animale. L'efficienza si sviluppa parallelamente alla quota di derrate alimentari di origine vegetale e inversamente alla quota di prodotti di origine animale.

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Confronto internazionale

Un confronto internazionale è possibile grazie all'indicatore di Eurostat sull'impiego di energia, che illustra il fabbisogno di energia diretta dell'agricoltura nei Paesi europei, espresso in kg di equivalenti olio combustibile per superficie agricola utile per il 2010. Stando a questi dati, il fabbisogno riferito alle superfici di energia diretta per ettaro dell'agricoltura svizzera (16 770 000 GJ ovvero 390 760 000 kg equivalenti olio combustibile diviso per 1 052 000 ha SAU) è circa 2,7 volte superiore alla media UE27 (140 kg equivalenti olio combustibile per ha). Considerando le superfici d'estivazione (+ 531 000 ha) il valore risulta ancora superiore di 1,8 volte. In Francia e Austria la quantità di energia impiegata per superficie è decisamente inferiore rispetto alla Svizzera, mentre in Italia si registra un valore analogo a quello elvetico. In sintesi si può constatare che il fabbisogno di energia diretta per ettaro è fortemente influenzato dal potenziale di produzione delle risorse in termini di superficie a disposizione e dal tipo di produzione. I Paesi a vocazione campicola, dunque, hanno risultati decisamente migliori di quelli in cui si pratica l'allevamento intensivo o la produzione in serra. Dalle analisi di Agroscope sul fabbisogno energetico dell’agricoltura svizzera e austriaca i risultati più positivi nelle regioni di riferimento austriache possono essere ricondotti a strutture di produzione più piccole e alla maggiore intensità della produzione in Svizzera. Il fabbisogno energetico riferito ai prodotti in Svizzera, invece, raggiunge livelli analoghi se non addirittura inferiori a quelli austriaci, dato il maggiore livello di resa. Purtroppo non si dispone di dati a livello europeo sull'efficienza (fabbisogno energetico per output di energia sotto forma di prodotti agricoli).

Differenze aziendali in merito a fabbisogno ed efficienza

Sulla base di dati dell'Analisi centralizzata degli indicatori agro-ambientali (AC-IAA) dal 2009 al 2013 possono essere condotte analisi approfondite a livello aziendale. Il fabbisogno medio di energia non rinnovabile diretta e indiretta delle aziende nella rete IAA ammonta a circa 52 gigajoule (GJ) per ettaro di SAU e anno. La maggior parte dei tipi aziendali rientra nello stesso ordine di grandezza e presenta valori relativi simili per le singole categorie del fabbisogno. Fanno eccezione i tipi «Vacche madri» (37 GJ/ha SAU*a) e «Aziende combinate, vacche madri» (43 GJ/ha SAU*a) il cui valore medio del fabbisogno energetico risulta leggermente inferiore a causa del minor impiego di vettori energetici, concimi minerali acquistati (soprattutto nel tipo «Vacche madri») e animali acquistati. I tipi di aziende «Trasformazione» e «Aziende combinate trasformazione», invece, presentano in media un fabbisogno assai più elevato di energie non rinnovabili, che si aggira rispettivamente su 78 GJ/ha SAU*a e 76 GJ/ha SAU*a. Di rilievo è il fabbisogno energetico comparativamente alto per alimenti concentrati per animali acquistati (31% e 25% del fabbisogno energetico totale dell'azienda) e per animali acquistati (13% e 17%), che si distingue chiaramente dagli altri tipi di aziende. I vettori energetici impiegati direttamente in azienda rappresentano tra il 21 (tipo «Campicoltura») e il 36 per cento (tipo «Colture speciali») del consumo energetico. I concimi minerali, che rappresentano una quota del 15 per cento circa nei tipi di aziende «Campicoltura» e «Aziende combinate latte commerciale / campicoltura», rivestono un ruolo comparativamente significativo rispetto al fabbisogno energetico totale.

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Tra i vari tipi di aziende si delineano differenze anche per quanto riguarda il mediano dell'efficienza energetica.

I tipi «Campicoltura» e «Aziende combinate latte commerciale / campicoltura» producono, con l'ausilio dell'energia solare, più energia alimentare di quanta ne impieghino in energia non rinnovabile (< 1 MJ/MJ energia digeribile).

I tipi «Vacche madri» e «Altri bovini» impiegano più del doppio di energia non rinnovabile di quanta ne producano in energia digeribile (> 2 MJ/MJ energia digeribile).

Gli altri tipi di aziende, con una quantità pari a 1-2 MJ/MJ di energia digeribile, fanno registrare valori medi.

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Il risultato più positivo osservato tra le aziende campicole è riconducibile alla produzione vegetale quantitativamente più significativa (e in alcuni casi con un elevato apporto energetico come per cereali, patate, barbabietola da zucchero e colza). Al contrario, nelle aziende detentrici di vacche madri e in quelle del tipo «Altri bovini», data la trasformazione di prodotti vegetali in prodotti animali (carne) viene prodotta comparativamente meno energia per l'alimentazione umana cosicché l'efficienza energetica risulta bassa nonostante una produzione a basso impatto sulle risorse.

Daniel Baumgartner, Annett Latsch, Agroscope INH, Daniel Felder, UFAG, Settore Sistemi agro-ambientali e sostanze nutritive, daniel.felder@blw.admin.ch