I contributi per la biodiversità sono erogati per promuovere e preservare la naturale diversità delle specie e degli habitat. La biodiversità è la varietà della vita e consente numerose prestazioni ecosistemiche quali la conservazione delle risorse genetiche, la regolazione naturale dei parassiti o la creazione di uno spazio ricreativo a beneficio di tutta la società. Nei terreni agricoli, a causa della crescente meccanizzazione del lavoro e dell'intensivazione della gestione delle superfici le condizioni ecologiche si sono uniformate con un conseguente calo della biodiversità. I contributi per la biodiversità sono finalizzati a contrastare questa perdita di specie prioritarie e preziosi habitat attraverso l'impianto e l'interconnessione delle cosiddette superfici per la promozione della biodiversità. Gli obiettivi fissati nella Politica agricola 2014-2017 (PA 14-17) relativi alla biodiversità erano già stati parzialmente raggiunti a fine 2014.

Obiettivi relativi alla biodiversità per il 2017 e stato nel 2014

 Obiettivo per il 2017Stato nel 2014
QI65 000 ha SPB nella regione di pianura71 000 ha
QII40 % delle SPB con qualità34 %
Interconnessione50 % delle SPB interconnesse65 %

Fonte: UFAG

 

Nel quadro della PA 14-17 i contributi esistenti finora per la compensazione ecologica, la qualità biologica e l'interconnessione sono stati integrati nei contributi per la biodiversità. Il termine «compensazione ecologica» viene sostituito da «superficie per la promozione della biodiversità» (SPB). I contributi per la biodiversità sono versati cumulativamente.

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Contributi per la qualità

I contributi per la qualità vengono erogati per la gestione delle superfici per la promozione della biodiversità a due livelli qualitativi. Il livello qualitativo I corrisponde a quello della precedente ordinanza sui pagamenti diretti (OPD), il livello qualitativo II quello della precedente ordinanza sulla qualità ecologica (OQE). Accanto agli elementi ecologici promossi finora, nel 2014 sono stati introdotti contributi per prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua e per la superficie inerbita e i terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione. L'impianto di SPB è finalizzato a creare superfici variate e ricche di specie che offrono un habitat naturale per flora e fauna. I contributi per la qualità per diversi tipi di SPB sono erogati in maniera graduata in base al livello qualitativo e alla zona. Sono integralmente finanziati dalla Confederazione.

Livello qualitativo I

I contributi per il livello qualitativo I hanno l'obiettivo di preservare la varietà della flora e della fauna autoctone nelle aree agricole e di aumentarla laddove possibile, nonché di sostenere la preservazione delle strutture e degli elementi paesaggistici tipici.

Le condizioni del livello qualitativo I sono le seguenti.

Su alcune SPB, come i prati sfruttati in modo estensivo o i prati da strame, non devono essere utilizzati concimi perché ciò favorisce la preservazione e la promozione delle specie bersaglio e faro nei terreni magri.

Le piante problematiche vanno combattute in maniera che le specie dannose per l'agricoltura e la biodiversità, quali romice o neofite invasive, si diffondano in maniera incontrollata.

È vietato usare prodotti fitosanitari, perché la loro applicazione su vasta scala pregiudicherebbe anche le specie bersaglio e faro da promuovere. Sono comunque ammessi i trattamenti pianta per pianta o puntuali in caso di piante problematiche, sempreché queste non possano essere rimosse meccanicamente con un aggravio ragionevole.

La vegetazione tagliata deve essere rimossa, onde evitare un carico indesiderato di sostanze nutritive. Si possono tuttavia formare mucchi di rami e di strame se indicati per motivi legati alla protezione della natura o nell’ambito di progetti di interconnessione. Sono un nascondiglio ideale per diversi animali di piccola taglia e anche un ottimo rifugio dove deporre le uova per bisce e altri rettili.

Non è consentito pacciamare e impiegare macchine frantumatrici perché così si distruggerebbero piccole strutture utili, ad esempio, per preservare le api selvatiche.

Per la semina possono essere utilizzate soltanto miscele di sementi raccomandate da Agroscope, per far sì che vengano seminate soltanto specie adeguate alle condizioni locali e favorevoli per la biodiversità

Le piccole strutture improduttive su pascoli sfruttati in modo estensivo, terreni da strame e prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua danno diritto ai contributi fino a concorrenza di una quota del 20 per cento al massimo della superficie. Le piccole strutture servono a promuovere molte specie bersaglio e faro della fauna.

Livello qualitativo II

Attraverso i contributi per il livello qualitativo II, la Confederazione promuove le SPB di qualità biologica superiore. Sulle SPB di livello qualitativo II sono presenti determinate specie indicatrici e caratteristiche strutturali.

Per queste superfici si applicano anche le seguenti esigenze, oltre a quelle vigenti per il livello qualitativo I.

Le SPB devono avere qualità botanica o presentare strutture favorevoli alla biodiversità. L'obiettivo è garantire una promozione speciale per le superfici che sono particolarmente pregiate per raggiungere gli obiettivi legati alla biodiversità.

Non è ammesso l'utilizzo di falciacondizionatrici perché ciò riduce sensibilmente il tasso di sopravvivenza degli animali di piccola taglia.

Prati sfruttati in modo estensivo

I prati sfruttati in modo estensivo rappresentano la superficie inerbita più ricca di specie della Svizzera e sono promossi in maniera mirata mediante i contributi per la qualità. I prati più caratteristici sono quelli semisecchi e quelli di forasacco che possono ospitare oltre 50 specie vegetali per ara. I prati sfruttati in modo estensivo devono essere falciati almeno una volta l'anno e la vegetazione tagliata deve essere rimossa. A seconda della zona le superfici possono essere utilizzate da metà giugno a metà luglio. Lo sfalcio tardivo assicura la completa maturazione dei semi e promuove la biodiversità attraverso l’inseminazione naturale. Inoltre, invertebrati, uccelli che nidificano al suolo e mammiferi di piccola taglia dispongono di un periodo di tempo sufficiente per riprodursi.

Sulle superfici del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie.

Contributi per la qualità per prati struttati in modo estensivo, per livello qualitativo e zon

 QIQII
 fr. / ha / annofr. / ha / anno
Zona di pianura1 5001 500
Zona collinare1 2001 500
ZM I e II7001 500
ZM III e IV5501 000

Aziende e superfici con prati sfruttati in modo estensivo, per regione 2014

  Livello qualitativo  I   
 UnitàRegione di pianuraRegione  collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/eNumero18 85311 01110 94840 812
Superficieha37 71916 53124 21178 460
Superficie per aziendaha2,001,502,211,92
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/eNumero6 5374 7587 03518 330
Superficieha8 0135 86414 20228 079
Superficie per aziendaha1,231,232,021,53

Fonte: UFAG

Prati sfruttati in modo poco intensivo

Nella definizione del tipo di habitat i prati sfruttati in modo poco intensivo sono spesso prati di avena altissima (regione di pianura) o prati di avena bionda (regione di montagna). Il contributo promuove prati di questo tipo che secondo Schlup et al. (2013) ospitano una quarantina di specie vegetali. La loro ricca fioritura attira molte farfalle e altri insetti. Sui prati sfruttati in modo poco intensivo è autorizzato spandere quantitativi molto limitati di letame o compost. Per la gestione si applicano le stesse prescrizioni vigenti per i prati sfruttati in modo estensivo.

Sulle superfici del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione ricca di specie.

Contributi per la qualità per prati struttati in modo poco intensivo, per livello qualitativo e zona

 QIQII
 fr. / ha / annofr. / ha / anno
Zona di pianura4501 200
Zona collinare4501 200
ZM I e II4501 200
ZM III e IV4501 000

Aziende e superfici con prati sfruttati in modo poco intensivo, per regione 2014

  Livello qualitativo  I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero2 8063 7007 01913 525
Superficieha2305358913 82819 722
Superficie per aziendaha0,820,971,971,46
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero1505282 8203 498
Superficieha1203973 0093 526
Superficie per aziendaha0,800,751,071,01

Fonte: UFAG

Pascoli sfruttati in modo estensivo

I pascoli sfruttati in modo estensivo hanno una composizione povera di sostanze nutritive, sono perlopiù estesi e su terreni non piani. I contributi vanno indirettamente a beneficio di molte specie animali che sono legate a piante tipiche dei pascoli o che si sono adattate agli habitat a mosaico creati dagli animali al pascolo. Le superfici dei pascoli sfruttati in modo estensivo devono essere adibite al pascolo almeno una volta all'anno. Sono ammessi sfalci di pulizia e la concimazione con le deiezioni degli animali al pascolo. Sul pascolo non devono essere apportati foraggi, ovvero non devono essere apportati foraggi esterni al pascolo.

Sulle superfici del livello qualitativo II devono essere regolarmente presenti piante indicatrici che denotano una composizione del suolo povera di sostanze nutritive e strutture favorevoli per la biodiversità.

Contributi per la qualità per pascoli struttati in modo estensivo, per livello qualitativo e zona

 QIQII
 fr. / ha / annofr. / ha / anno
Zona di pianura450700
Zona collinare450700
ZM I e II450700
ZM III e IV450700

Aziende e superfici con pascoli sfruttati in modo estensivo, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione  collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero4 2334 3077 95016 490
Superficieha6 1677 21622 87736 259
Superficie per aziendaha1,461,682,882,20
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero5899613 6565 206
Superficieha9281 7618 55211 241
Superficie per aziendaha1,581,832,342,16

Fonte: UFAG

Pascoli boschivi

I pascoli boschivi sono una forma tradizionale di utilizzo combinato di pascolo e bosco, particolarmente diffusi nel Giura e a sud delle Alpi. Il contributo è finalizzato alla promozione di specie che beneficiano di questo mosaico di habitat boschivi e con vegetazione erbacea. Per i pascoli boschivi si applicano fondamentalmente le stesse disposizioni di quelli sfruttati in modo estensivo. In più è possibile spandere concime aziendale, compost e concimi minerali non azotati solo previa autorizzazione degli organi forestali cantonali competenti. Solo la quota del pascolo è computabile e dà diritto ai contributi.

Sulle superfici del livello qualitativo II per i pascoli boschivi si applicano le stesse disposizioni di quelle del livello qualitativo II per i pascoli sfruttati in modo estensivo.

Contributi per la qualità per i pascoli boschivi, per livello qualitativo e zona

 QIQII
 fr. / ha / annofr. / ha / anno
Zona di pianura450700
Zona collinare450700
ZM I e II450700
ZM III e IV450700

Aziende e superfici con pascoli boschivi, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero401249551 119
Superficieha392473 3183 603
Superficie per aziendaha0,971,993,473,22
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero430310344
Superficieha4679471 019
Superficie per aziendaha1,112,253,062,96

Fonte: UFAG

Terreni da strame

Alcune specie che figurano nella lista rossa sono presenti soltanto su terreni da strame, come ad esempio la genziana pneumonanthe o alcune specie di ortotteri (Agridea 2015). A causa della razionalizzazione delle forme di gestione, però, queste superfici non vengono più utilizzate e il loro numero diminuisce. L'obiettivo è contrastare questa evoluzione attraverso un contributo. Per terreni da strame s’intendono le superfici inerbite sfruttate in modo estensivo in luoghi paludosi e umidi che vengono falciate al massimo una volta all’anno e almeno ogni due o tre anni e il cui raccolto viene utilizzato solo eccezionalmente come foraggio all’interno dell’azienda.

Sulle superfici del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie.

Contributi per la qualità per i terreni da strame, per livello qualitativo e zona

 QIQII
 fr. / ha / annofr. / ha / anno
Zona di pianura2 0001 500
Zona collinare1 700 500
ZM I e II1 2001 500
ZM III e IV9501 500

Aziende e superfici con terreni da strame, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero1 9721 9623 4687 402
Superficieha2 2411 5733 9887 801
Superficie per aziendaha1,140,801,151,05
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero1 3091 4572 5525 318
Superficieha1 7681 3023 1456 215
Superficie per aziendaha1,350,891,231,17

Fonte: UFAG

Siepi, boschetti campestri e rivieraschi

Per siepi e boschetti campestri o rivieraschi s’intendono siepi basse, arbustive e arboree, siepi frangivento, gruppi di alberi, scarpate boscate e boschetti rivieraschi a forma di siepe. Queste superfici offrono cibo e rifugio a molti animali (Agridea 2015) e pertanto sono promosse attraverso un contributo. Il boschetto deve essere opportunamente curato almeno ogni otto anni. Su entrambi i lati di siepi, boschetti campestri e rivieraschi deve essere predisposta una fascia di superficie inerbita o da strame, che deve essere falciata almeno ogni tre anni. Se confina con un pascolo, questa superficie può essere adibita a pascolo per un determinato periodo.

Nei boschetti del livello qualitativo II devono essere presenti soltanto specie autoctone di arbusti e alberi. Siccome diversi boschetti ospitano una grande varietà di specie animali, quelli del livello qualitativo II devono presentare almeno 5 specie diverse di arbusti e alberi ogni 10 m. Una quota minima della fascia di arbusti deve essere composta da arbusti spinosi. Questi, infatti, rispetto ai noccioli o alle betulle, sono luoghi ideali per gli uccelli dove nidificare, trovare rifugio e cibo, come nel caso dello spin cervino e della rosa canina. In alternativa il boschetto può presentare anche una quota minima di alberi tipici del paesaggio. Per le siepi, i boschetti campestri e rivieraschi che danno diritto a contributi è fissata una larghezza minima. La gestione del margine erboso avviene in maniera scaglionata.

Contributi per la qualità per siepi, boschetti campestri e rivieraschi, per livello qualitativo e zona

 QIQII
 fr. / ha / annofr. / ha / anno
Zona di pianura3 0002 000
Zona collinare3 0002 000
ZM I e II3 0002 000
ZM III e IV3 0002 000

Aziende e superfici con siepi, boschetti campestri e rivieraschi, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero7 2974 3972 41314 107
Superficieha1 9661 1594863 611
Superficie per aziendaha0,270,260,200,26
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero2 5451 6115344 690
Superficieha6474251031 175
Superficie per aziendaha0,250,260,190,25

Fonte: UFAG

Maggesi fioriti

I maggesi fioriti servono per proteggere le erbe selvatiche minacciate. In autunno fungono da sito di svernamento e via di spostamento per la fauna nella regione di pianura. Durante l'anno ospitano una notevole varietà di animali, compresi organismi utili come sirfidi, coccinelle, carabidi o ragni (Agridea 2015). Inoltre offrono rifugio a lepri e uccelli. Il contributo è finalizzato a preservare tutte queste funzioni del maggese fiorito. Per maggesi fioriti si intendono le superfici che prima della semina erano state utilizzate come superfici coltive o occupate da colture perenni. Devono essere mantenuti nello stesso luogo per almeno 2 anni ma al massimo 8 anni cosicché si possa sviluppare un habitat naturale ricco di specie e strutture in grado di vivere intatto per diversi anni. Dopo l'aratura la stessa particella può essere nuovamente messa a maggese al più presto nel quarto periodo di vegetazione per evitare che nella superficie coltiva si accumulino semi di fiori selvatici e che di conseguenza le colture successive eccessivamente fortemente infestate da malerbe. Sul maggese vanno rispettate diverse norme di sfalcio.

Contributi per la qualità per i maggesi fioriti, per livello qualitativo e zona

 QI
 fr. / ha / anno
Zona di pianura3 800
Zona collinare3 800
ZM I e II3 800
ZM III e IV3 800

Aziende e superfici con maggesi fioriti, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero1 750382112 143
Superficieha1 70425841 966
Superficie per aziendaha0,970,680,390,92

Fonte: UFAG

Maggesi da rotazione

I maggesi da rotazione vengono promossi in particolare perché offrono protezione e cibo a lepri e uccelli che nidificano al suolo. Inoltre ospitano una notevole varietà di animali, compresi organismi utili come sirfidi, coccinelle, carabidi o ragni (Agridea 2015). Per maggesi da rotazione si intendono aree di superfici di avvicendamento delle colture che vengono mantenute da uno fino a tre periodi vegetativi. Sono sorte da biocenosi spontanee (solo con autorizzazione speciale) o sono composte da erbe campicole selvatiche e leguminose autoctone. Come nel caso dei maggesi fioriti, dopo l'aratura la stessa particella può essere nuovamente messa a maggese al più presto nel quarto periodo di vegetazione. I maggesi da rotazione possono essere falciati soltanto in determinati periodi.

Contributi per la qualità per i maggesi da rotazione, per livello qualitativo e zona

 QI
 fr. / ha / anno
Zona di pianura3 300
Zona collinare3 300
ZM I e II3 300
ZM III e IV3 300

Aziende e superfici con maggesi da rotazione, per regione 2014

  Livello qualitativo  I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero355642421
Superficieha458660524
Superficie per aziendaha1,291,030,051,25

Fonte: UFAG

Strisce su superficie coltiva

Le strisce su superficie coltiva, intese come elemento permanente, servono da fonte di nutrimento nonché luogo di riparo e di svernamento per molti organismi utili e come elemento lineare sono importanti per l'interconnessione degli habitat naturali. Per questi motivi vengono promosse con un contributo. La striscia su superficie coltiva è una striscia, seminata con sementi di erbe selvatiche autoctone, su una superficie campicola o su una superficie con colture perenni. La metà della striscia deve essere falciata alternativamente una volta all’anno ed essere mantenuta nello stesso luogo per almeno due periodi di vegetazione. Nel primo anno, se vi è invasione di malerbe, si può procedere a sfalci di pulizia.

Contributi per la qualità per le strisce su superficie coltiva, per livello qualitativo e zona

 QI
 fr. / ha / anno
Zona di pianura3 300
Zona collinare3 300
ZM I e II3 300
ZM III e IV3 300

Aziende e superfici con strisce su superficie coltiva, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/eAnzahl 5321794715
Superficieha123311154
Superficie per aziendaha0,230,170,230,22

Fonte: UFAG

Fasce di colture estensive in campicoltura

Le fasce di colture estensive in campicoltura ospitano specie tradizionali di flora segetale come papavero, fiordaliso, agrostemma e per questo vengono promosse. Per fasce di colture estensive in campicoltura si intendono fasce marginali di colture campicole sfruttate in modo estensivo, seminate con cereali, colza, girasoli, leguminose a granelli o lino. Non possono essere utilizzati concimi azotati. Onde salvaguardare la flora segetale, è vietato combattere le malerbe con mezzi meccanici su vaste porzioni della superficie. Le fasce di colture estensive in campicoltura devono prevedere sulla stessa superficie almeno 2 colture principali susseguenti cosicché i semi della flora segetale abbiano tempo a sufficienza per spuntare.

Contributi per la qualità per le fasce di colture estensive in campicoltura, per livello qualitativo e zona

 QI
 fr./ha/anno
Zona di pianura2 300
Zona collinare2 300
ZM I e II2 300
ZM III e IV2 300

Aziende e superfici con fasce di colture estensive in campicoltura, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero6426494
Superficieha104500155
Superficie per aziendaha1,631,940,111,65

Fonte: UFAG

Prato rivierasco lungo i corsi d’acqua

Dal 2014 anche questo tipo di SPB viene sostenuto con un contributo. A differenza degli altri tipi, però, per il prato rivierasco non sono previste norme per lo sfalcio. Alle aziende viene concessa maggiore flessibilità nella gestione di queste superfici rispetto agli altri tipi di SPB per cui è fissata una data di sfalcio. Analogamente a tutti gli altri tipi di prato, anche quelli rivieraschi lungo i corsi d'acqua devono essere falciati almeno una volta l'anno e possono essere adibiti al pascolo in determinati periodi se le condizioni del suolo sono favorevoli. Le superfici non possono avere una larghezza superiore a 12 metri per poter mantenere il tipo di SPB vicino al corso d'acqua.

Contributi per la qualità per i prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua, per livello qualitativo e zona

 QI
 fr./ha/anno
Zona di pianura450
Zona collinare450
ZM I e II450
ZM III e IV450

Aziende e superfici con prati rivieraschi lungo i corsi d'acqua, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero1266244232
Superficieha3016451
Superficie per aziendaha0,240,260,100,22

Fonte: UFAG

Superfici inerbite e terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione

Nelle Alpi la biodiversità è ancora molto marcata. Ciononostante cresce la minaccia rappresentata, da un lato, dall’intensivazione e, dall’altro, dalla cessazione della gestione (ovvero incespugliamento e abbandono). Per far fronte a questo rischio, dal 2014 vengono versati contributi del livello qualitativo II per prati, pascoli e terreni da strame utilizzati a scopo alpestre nella regione d'estivazione. Su queste superfici devono essere regolarmente presenti piante indicatrici che denotano una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie. È consentito concimarle purché se ne salvaguardi la qualità botanica.

QContributi per la qualità per superfici inerbite e terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione, per livello qualitativo e zona

 QII
 fr. / ha / anno
Superficie d'estivazione o regione d'estivazione150

Aziende e superfici con superfici inerbite e terreni da strame ricchi di specie nella regione d'estivazione, per regione 2014

  Livello qualitativo  II
 UnitàRegione d'estivazione
Azienda/eNumero3 285
Superficieha104 181
Superficie per aziendaha31,71

Fonte: UFAG

Vigneti con biodiversità naturale

I vigneti vengono spesso impiantati in aree con un potenziale biologico elevato. Se questo potenziale e le condizioni di coltivazione non sono pregiudicati, si possono sviluppare habitat variati e ricchi (Agridea 2015). Per promuovere le specie di flora e fauna specifiche di siti relativamente secchi e caldi, la concimazione dei vigneti è consentita soltanto sotto i ceppi. Vigono norme sulla frequenza e sul modello di sfalcio delle superfici alla base dei ceppi. La concimazione con materiale organico e l'uso di prodotti fitosanitari sono consentiti soltanto in pochi casi.

Sui vigneti del livello qualitativo II sono regolarmente presenti piante indicatrici e si denota una composizione povera di sostanze nutritive e ricca di specie.

Contributi per la qualità per vigneti con biodiversità naturale, per livello qualitativo e zona

 QII
 fr. / ha / anno
Zona di pianura1 100
Zona collinare1 100
ZM I e II1 100
ZM III e IV1 100

Aziende e superfici con vigneti con biodiversità naturale, per regione 2014

  Qualitätsstufe II   
 EinheitTalregionHügelregionBergregionTotal
BetriebeAnzahl 24010152393
Flächeha45516464682
Fläche pro Betriebha1,901,621,221,74

Fonte: UFAG

Alberi da frutto ad alto fusto nei campi

Gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi sono un habitat ideale per animali quali uccelli, pipistrelli e insetti (Agridea 2015). Per alberi da frutto ad alto fusto nei campi si intendono alberi da frutto a nocciolo e a granella, castagni e noci in selve curate. I contributi sono versati a partire da 20 alberi per azienda e soltanto fino a un determinato numero di alberi per ettaro. Gli alberi devono essere piantati a una distanza adeguata che garantisca uno sviluppo e una capacità di resa normali. Il tronco deve raggiungere un'altezza minima e al culmine di esso gli alberi devono presentare almeno tre tralci laterali legnosi; in pratica devono essere riconoscibili. Gli alberi da frutto ad alto fusto nei campi possono essere concimati. Non è autorizzato l’impiego di erbicidi ai piedi del tronco, fatta eccezione per gli alberi di meno di 5 anni.

Sulle superfici con alberi da frutto ad alto fusto nei campi del livello qualitativo II devono essere regolarmente presenti strutture favorevoli alla biodiversità. La superficie del frutteto deve essere almeno 20 are e contenere almeno 10 alberi da frutto ad alto fusto. Vigono norme per la densità di alberi con un valore minimo e uno massimo, così come per la distanza massima tra i singoli alberi. Il frutteto ad alto fusto deve essere combinato localmente con un'altra SPB (superficie computabile) che si trova nelle vicinanze. Queste disposizioni fanno sì che la superficie con alberi da frutto ad alto fusto nei campi sia un habitat naturale pregiato. Gli alberi vanno potati a regola d'arte.

Contributi per la qualità per alberi da frutto ad alto fusto nei campi, per livello qualitativo e zona

 QIQII
 fr./albero/annofr./albero/anno
Zona di pianura1530
Zona collinare1530
ZM I e II1530
ZM III e IV1530

Baziende e superfici con alberi da frutto ad alto fusto nei campi, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero17 15911 9897 12136 269
Alberinumero1 149 037850 762304 0672 303 866
Alberi per aziendaha66,9670,9642,7063,52
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero5 2774 7501 56111 588
Alberinumero380 527290 07465 287735 888
Alberi per aziendaha72,1161,0741,8263,50

Fonte: UFAG

QContributi per la qualità per i noci, per livello qualitativo e zona

 QIQII
 fr./albero/annofr./albero/anno
Zona di pianura1515
Zona collinare1515
ZM I e II1515
ZM III e IV1515

Aziende e superfici con noci, per regione 2014

  Livello qualitativo I   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero2 3711 3946504 415
Alberinumero20 2666 7153 40930 390
Alberi per aziendaha8,554,825,246,88
  Livello qualitativo II   
 UnitàRegione di pianuraRegione collinareRegione di montagnaTotale
Azienda/enumero44923471754
Alberinumero6 3481 3062577 911
Alberi per aziendaha14,145,583,6210,49

Fonte: UFAG

Alberi indigeni, isolati o in viali alberati

EGli alberi indigeni isolati adatti al luogo e i viali alberati contribuiscono alla preservazione della biodiversità perché gli uccelli e i pipistrelli possono trovar riparo nelle cavità, i rapaci, come il gheppio comune, possono posarsi sui rami e gli insetti trovare il loro habitat naturale nel legno morto (Agridea 2015). La distanza tra due alberi che danno diritto ai contributi è di almeno 10 metri. Il terreno ai piedi degli alberi non deve essere concimato entro un raggio di almeno 3 metri.

Per gli alberi indigeni isolati adatti al luogo e i viali alberati non vengono erogati contributi per la qualità, bensì soltanto contributi nel quadro dei progetti d'interconnessione.

Contributi per l’interconnessione

La Confederazione sostiene progetti dei Cantoni per la promozione dell'interconnessione e della gestione adeguata di SPB. L'interconnessione di spazi vitali è indispensabile per preservare e promuovere le diverse specie di flora e fauna. Per questo le SPB vengono impiantate nelle vicinanze di e/o a poca distanza da oggetti di protezione della natura. Le superfici vengono inoltre gestite in base alle esigenze relative all'habitat delle cosiddette specie bersaglio e faro. Le specie mobili possono ridiffondersi e insediarsi in nuovi siti. Le SPB interconnesse possono fungere da corridoio tra diversi spazi vitali per i mammiferi.

Sono versati contributi per l’interconnessione soltanto se le superfici sono disposte e gestite conformemente alle disposizioni di un progetto di interconnessione regionale approvato dal Cantone. Un progetto di interconnessione dura otto anni.

I Cantoni stabiliscono le aliquote di contribuzione per le superfici d'interconnessione. Per una panoramica sui contributi per la biodiversità per livello qualitativo, Cantone e zona agricola si rimanda alla tabella seguente:

La partecipazione a progetti d'interconnessione varia a seconda della regione e del Cantone. Il numero di superfici interconnesse a livello nazionale raggiunge il 60 per cento:

Bibliografia

Schlup, B., Stalling, T., Plattner, M., Weber, D. (2013): Die Artenvielfalt des durchschnittlichen Dauergrünlands der Schweiz - Ein Vergleich zu naturschutzfachlich wertvollen Wiesen und Weiden. Abgerufen am 16.04.2015 von http://www.hintermannweber.ch/public/pdf/papers_schlupetal.2013nul.pdf

Schmid, W., Wiedemeier, P., Stäubli, A. (2001): Extensive Weiden und Artenvielfalt – Synthesebericht. Abgerufen am 16.04.2015 von http://poel.ch/pdf/Weidebericht_BUWAL.pdf

Agridea (2015): Biodiversitätsförderung in der Schweizer Landwirtschaft. Abgerufen am 20.04.2015 von http://www.bff-spb.ch/de/biodiversitaetsfoerderflaechen/

Judith Ladner Callipari, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi, judith.ladner@blw.admin.ch(Q1 e Q2)
Maya Imfeld, UFAG, Settore Pagamenti diretti Programmi, maya.imfeld@blw.admin.ch (Interconnessione)