Gli sviluppi internazionali sono molto rilevanti per l'agricoltura e la filiera alimentare svizzere. La Svizzera, con la sua economia piccola, ma molto efficiente, orientata all'esportazione, ha bisogno di essere ben collegata con l'esterno. Questi interessi macroeconomi esercitano un'influenza diretta sul settore agricolo. In ambito non commerciale, sul piano internazionale la Svizzera si impegna a più livelli a favore di una filiera agroalimentare efficace e sostenibile. Come Paese neutrale, con una bassa quota di esportazioni agricole, molto spesso può ricoprire un ruolo di leader ampiamente riconosciuto.

L'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha come obiettivo primario l'istituzione e l'applicazione di regole commerciali di validità generale. Nel quadro dell'OMC, la Svizzera s’impegna affinché vengano considerati in maniera ottimale gli interessi dell’economia elvetica in quanto a esportazione e importazione. Nell'ambito della ripresa dei negoziati del ciclo di Doha, nel primo semestre 2015 all'OMC si sono tenute intense consultazioni sulle diverse tematiche agrarie. Durante il Forum economico mondiale (WEF) di Davos i ministri dell'economia dell'OMC, capitanati dal Consigliere federale Johann Schneider-Ammann, hanno concordato di ridurre il livello di ambizioni dei negoziati di Doha a uno più realistico, aprendo la prospettiva di una rapida conclusione. Questa «ricalibrazione» del livello di ambizioni è però difficile da realizzare, poiché i maggiori Paesi membri hanno interessi molto diversi.

La difficile situazione nell'OMC spinge le grandi economie a tessere proprie reti di accordi di libero scambio. Anche la Svizzera, dal canto suo, deve ampliare la propria rete mondiale di accordi con Stati terzi se non vuole perdere l'accesso ai grandi mercati. All'inizio del 2015 è entrato in vigore l'accordo di libero scambio con Bosnia ed Erzegovina; a giugno si è potuto firmare il protocollo per l'adesione del Guatemala all'Accordo di libero scambio tra l'AELS e gli Stati centroamericani, che ha consentito di estendere al Guatemala questo accordo tra gli Stati dell'AELS e Costa Rica e Panama, siglato già nel 2014. Attualmente sono in corso negoziati tra gli Stati dell'AELS e il Vietnam, l'Indonesia e la Malesia, e sono stati riavviati quelli con le Filippine e la Georgia.

La collaborazione con l'UE nel settore agroalimentare è regolata mediante accordi bilaterali, costantemente adeguati, a livello operativo, alle nuove condizioni quadro. Considerati i problemi di ordine superiore irrisolti tra la Svizzera e l'UE, spesso simili adeguamenti, necessari per la convivenza quotidiana, incontrano enormi difficoltà.
La sostenibilità e la multifunzionalità sono la linea guida della Svizzera per lo sviluppo dell’agricoltura e della filiera alimentare sul piano interno. Il nostro Paese cerca pertanto di portare questi aspetti anche nelle discussioni internazionali. Al termine della Conferenza Rio+20, nel 2012, è stato avviato un processo internazionale per l'elaborazione di obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG), che mirano a potenziare l'integrazione della sostenibilità. Nel 2014, un gruppo di lavoro dell'ONU ha elaborato una proposta di SDG, varata in occasione del vertice dell'ONU di settembre 2015. Il nuovo piano d'azione dell'ONU non sarà applicabile solo per i Paesi in via di sviluppo, bensì per tutti gli Stati. La maggior parte dei programmi internazionali nei quali la Svizzera è impegnata nel settore agricolo si fondano, pertanto, su tali obiettivi.

Nella primavera 2015, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha presentato uno studio sulla valutazione della politica agricola elvetica, dal quale è emerso che la riforma in atto dal 1993 ha comportato un aumento di efficienza, e una riduzione sia dei costi per la società sia delle distorsioni del mercato. A livello internazionale, la Svizzera si contraddistingue per il fatto che i suoi pagamenti diretti sono altamente vincolati a condizioni di ordine ambientale. All'industria alimentare viene riconosciuta notevole competitività, tuttavia solo se trasforma materie prime non agricole (acqua) o estere (caffè, cacao). Quando trasforma materie prime indigene, care rispetto all’estero, risulta infatti meno concorrenziale nell'esportazione.

Nell’ambito del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (CFS), la Svizzera ha guidato i negoziati per l'elaborazione di principi per investimenti responsabili nell’agricoltura (RAI), varati dallo stesso CFS a ottobre 2014. I principi RAI propongono orientamenti pratici ai governi e agli investitori, allo scopo di promuovere investimenti responsabili. Da alcuni anni la Svizzera profonde il suo impegno altresì nell'ambito di diverse iniziative dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), volte a potenziare e promuovere l'agricoltura sostenibile. Tra queste si annoverano la Global Alliance for Climate Smart Agriculture o il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura.

Martijn Sonnevelt, UFAG, Unità di direzione Affari internazionali, martijn.sonnevelt@blw.admin.ch