L'agricoltura si adatta all’evoluzione delle condizioni quadro
In generale, i cambiamenti climatici provocano uno spostamento degli spazi favorevoli alla produzione agricola e, a breve termine, hanno ripercussioni sia positive (p.es. prolungamento del periodo vegetativo) sia negative (p.es. presenza di organismi nocivi a causa di inverni più miti). A lungo termine l'aumento degli eventi atmosferici estremi come caldo e siccità comporta un rischio più elevato di perdite di resa. Adattandosi in maniera lungimirante ai cambiamenti climatici, l'agricoltura svizzera può sfruttare le opportunità che si profilano e attenuare gli effetti negativi su rese e ambiente.
Incidenza passata e presente
Il potenziale di produzione in agricoltura è determinato essenzialmente dai regimi medi delle precipitazioni e delle temperature regionali/locali. Anche le fluttuazioni annuali delle condizioni meteorologiche incidono sul livello attuale della produzione. È comunque difficile definire le cause delle tendenze e della variabilità delle rese del raccolto in base ai singoli fattori climatici poiché vi sono numerose ripercussioni correlate soprattutto alla gestione e la serie temporale dei dati è breve. Rispetto ai calcoli del passato, gli studi più recenti condotti in molte regioni campicole del mondo delineano in maniera più o meno chiara una tendenza negativa che interessa le rese di frumento e mais in particolare e in maniera meno marcata quelle di riso (grafici SPM.2 (A) e (C), pag. 7 del quinto e ultimo rapporto IPCC). Dal 1983 in alcune regioni della Svizzera l'attitudine del clima alla coltivazione di frumento è diminuita, mentre è aumentata quella alla coltivazione del mais. Le condizioni climatiche sono diventate più propizie anche per la vitivinicoltura.
In passato, diverse perdite di raccolto causate da ondate di canicola e siccità in aree importanti per la produzione cerealicola (p.es. Russia, USA e Australia) hanno determinato a breve termine un'impennata dei prezzi delle derrate alimentari sul mercato mondiale pregiudicando la sicurezza alimentare. L'ultimo fenomeno climatico a breve termine che ha provocato perdite di produzione più consistenti nel primario svizzero è stato il periodo di siccità nell'estate del 2003. In Svizzera e in gran parte dell'Europa centrale le temperature sono salite di 3-5 gradi al di sopra della media pluriennale. Nello stesso anno, inoltre, in molte regioni i mesi da febbraio a novembre sono stati particolarmente asciutti e nella seconda metà dell'anno l'agricoltura ne ha subito le conseguenze. Sono stati adottati numerosi provvedimenti a livello federale e cantonale per evitare casi di rigore e per attenuare le ripercussioni economiche (cap. 7, pag. 20 Sintesi sulla siccità dell’estate 2003).
Previsioni per il futuro
Gli studi condotti indicano perlopiù che nei prossimi decenni, le tendenze di resa positive e negative si controbilanceranno a livello globale. L'intensificarsi dei cambiamenti climatici, però, provocherà un aumento delle ripercussioni negative con conseguente calo della stabilità delle rese (grafico SPM. 7, pag. 18 dell'ultimo rapporto IPCC). Va notato che i risultati sono soggetti alle variabili che interessano l'evoluzione delle emissioni e del clima, per quanto riguarda sia gli sviluppi nella tecnica agricola sia i modelli. Rese più basse e con fluttuazioni più marcate nei Paesi leader nella produzione generano un rincaro dei prezzi sul mercato mondiale e un aumento della volatilità. La situazione dovrebbe farsi particolarmente difficile dopo il 2050 se, come previsto, le temperature aumentassero in media di 4 gradi con una conseguente maggiore frequenza degli eventi atmosferici estremi. Le attese temperature estremamente elevate dovrebbero superare il limite di tolleranza fisiologico della maggior parte delle colture campicole e in tal modo i cambiamenti climatici potrebbero raggiungere una portata critica in termini di produzione agricola mondiale sufficiente. Ciò interessa anche la produzione animale che, nelle analisi condotte, è stata presa in considerazione in maniera minore rispetto a quella vegetale, nonostante siano attese ripercussioni significative del clima su produzione foraggera, salute degli animali e qualità dei prodotti di origine animale.
In Svizzera, il mais a medio termine potrebbe ancora reagire positivamente a differenza di altre colture come frumento o patate, a condizione che l'approvvigionamento idrico non diventi un fattore limitante. Dal punto di vista dello sviluppo a livello mondiale, la campicoltura indigena potrebbe riacquisire una valenza maggiore. Con l'elevata quota di superficie inerbita e la valenza agro-economica della produzione animale in Svizzera, non vanno trascurati nemmeno i rischi correlati al crescente stress da caldo (cfr. articolo su Agrarforschung) e vanno adottate misure preventive per salvaguardare gli animali e la loro base foraggera onde evitare un calo di produttività, l'insorgenza di malattie e un aumento della mortalità.
Come cambia il clima in Svizzera?
È possibile avere rapidamente una visione chiara grazie alle informazioni fornite da modelli interessanti sui cambiamenti climatici negli ultimi 50 anni in termini di temperatura, durata dell'irraggiamento solare e precipitazioni nonché sul futuro andamento delle temperature e delle precipitazioni considerando diversi scenari relativi alle emissioni su periodi diversi. Per maggiori dettagli sulla possibile evoluzione del clima del XXI secolo si rimanda agli scenari sui cambiamenti climatici in Svizzera (CH2011). Questi si basano su modelli climatici di nuova generazione, con una maggiore risoluzione e metodi statistici migliorati. Oltre a temperature e precipitazioni sono rappresentate anche modellizzazioni sull'andamento degli eventi atmosferici estremi quali periodi di caldo, siccità e piogge intense. Su questa base è stato creato un modello regionale, che illustra anche le future evoluzioni relative a giorni di canicola e quelli di gelo nonché alla durata del periodo di vegetazione per le principali regioni della Svizzera. Per il 2018 è prevista un'altra pubblicazione di scenari climatici orientati alla pratica che saranno il caposaldo del Centro nazionale per i servizi climatici che verrà istituito nel novembre 2015.
Quali saranno le ripercussioni sull'agricoltura?
Il capitolo dedicato all'agricoltura del rapporto «Cambiamenti climatici e la Svizzera nel 2050»contiene informazioni preziose ed esaustive in merito alle ripercussioni sulla produzione agricola generate dal cambiamento dei parametri climatici. Nel rapporto CH2014 vengono quantificati i possibili effetti dei cambiamenti climatici in Svizzera. In esso sono presentate anche le implicazioni di cambiamenti stagionali delle temperature per i sistemi di produzione agricoli sulla scorta di tre esempi. Sono stati scelti l'andamento dell'indice temperatura-umidità come indicatore per lo stress da caldo delle vacche lattifere, il rischio di una terza generazione in caso di presenza significativa di un parassita della frutta e la variazione dell'attitudine climatica per la vitivinicoltura. Gli effetti della variabilità climatica e degli eventi atmosferici estremi sulla vegetazione e di conseguenza sulla produzione agricola spesso non possono essere illustrati in maniera sufficiente dai modelli biofisici esistenti. Un progetto di ricerca condotto nell'UE con la partecipazione della Svizzera ha l'obiettivo di migliorarli.
Sviluppi previsti nei servizi climatici per l'agricoltura
Per poter sfruttare in maniera ottimale e a lungo termine i potenziali locali è importante poter effettuare una stima a livello regionale dell'attitudine climatica per diverse culture. Nel quadro di un progetto sulla valutazione dell'attitudine climatica per l'agricoltura, i ricercatori di Agroscope stanno cercando di quantificare i potenziali e i limiti correlati al clima per le principali colture presenti in Svizzera (cfr. articolo su Agrarforschung relativo alla coltivazione di mais [Link wird eingefügt, sobald Artikel im Herbst erscheint]). È possibile indicare specificamente in base alla regione quali fattori limitano in maggior modo il potenziale di resa alle condizioni attuali e quali limitazioni assumeranno un significato maggiore con i futuri cambiamenti climatici (p.es. caldo, stress da siccità). Ciò può servire da base nel programmare misure di adattamento a livello regionale.
Pianificazione lungimirante
Le misure di adeguamento consentono di contrastare parzialmente le ripercussioni negative dei cambiamenti climatici. Tra queste rientrano il miglioramento delle varietà, lo spostamento dei periodi di coltivazione, una lavorazione rispettosa del suolo per accrescere il bilancio idrico del suolo, l'irrigazione supplementare nel quadro di riserve idriche utilizzabili in modo sostenibile, l'introduzione di sistemi di agrosilvicoltura o anche un migliore sostegno nel processo decisionale (Fuhrer e Gregory, 2014). I modelli mostrano che attraverso queste misure, adeguate alle condizioni e alle esigenze locali, è possibile contenere le perdite di resa dovute a fattori climatici (Challinor et al., 2014).
Molti adeguamenti stanno assumendo anche in Svizzera una valenza maggiore. Anche nel nostro Paese l'acqua è una risorsa limitata e se il fabbisogno idrico aumenterà a causa di un clima più caldo e siccitoso sarà più importante farne un uso parsimonioso grazie a tecnologie efficienti e a una gestione aziendale adeguata. Diventerà fondamentale anche sviluppare il sistema d'irrigazione con un'infrastruttura efficiente per assicurare la resa e la qualità. D'altro canto si dovranno evitare gli effetti delle precipitazioni di forte intensità (inondazioni, erosione). Per questo sono state elaborate raccomandazioni per i gestori, il cui contenuto si basa su un rapporto di base sulle ripercussioni dell'agricoltura sui pericoli naturali gravitativi. Onde contrastare la crescente volatilità di produzione e prezzi si impongono misure finalizzate ad accrescere le riserve e incentrate sullo stoccaggio e sulla distribuzione delle derrate alimentari di base. Si stanno realizzando via via diversi modelli per la copertura assicurativa contro i rischi legati alle condizioni atmosferiche (Kapphan et al., 2012).
Basi per gestire la penuria d'acqua
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche e sui corsi d'acqua sono stati analizzati nel progetto CCHydro. In relazione all'agricoltura è stato calcolato il potenziale fabbisogno irriguo per le superfici agricole nei mesi estivi in determinati bacini imbriferi di media grandezza, alle condizioni climatiche attuali e future, facendo un confronto con il deflusso d'acqua (cfr. Rapporto sul fabbisogno irriguo e offerta d’acqua). Ciò ha permesso d’individuare le regioni con un rapporto critico tra fabbisogno e offerta, come le regioni Birs e Broye-Mentue (cfr. articolo su Agrarforschung).
In numerosi progetti nell'ambito del PNR 61 sono state elaborate le basi per gestire in modo sostenibile le risorse idriche. Nel progetto AGWAM è stato studiato come scelte mirate nell’uso del territorio e nella gestione aziendale possano aiutare a ridurre il fabbisogno idrico senza incidere sulla produttività e sulle entrate economiche delle aziende e senza gravare sull’ambiente. I risultati sottolineano l'importanza della prevenzione e sono riassunti in un video nonché in un fascicolo LID per la pratica. Anche la piattaforma informatica per la diagnosi precoce della siccità è stata realizzata nel quadro del PNR 61.
Attualmente, su mandato del Consiglio federale, è in fase di elaborazione una guida pratica per i Cantoni su come gestire la penuria d'acqua, che contiene tre moduli (analisi della situazione / bilancio idrico, pianificazione regionale delle risorse idriche, situazioni eccezionali) e ha lo scopo d’illustrare misure e opzioni d’intervento.
In Svizzera la capacità d'adattamento è comparativamente alta e i provvedimenti in ambito agricolo possono essere impostati attraverso un sistema di incentivi e oneri. A sostegno del processo di adattamento è necessario approntare supporti decisionali, quali ad esempio la valutazione dei potenziali di resa climatici, specifici del luogo, attuali e futuri o l'elaborazione di indicatori per la valutazione dei rischi di produzione dovuti a eventi atmosferici estremi e alla penuria di acqua. Gli adeguamenti devono avvenire progressivamente ed essere realizzati a livello regionale o locale fissando priorità diverse a seconda della portata dei cambiamenti climatici e dei rischi correlati. Per prima cosa si adottano sostanzialmente misure cosiddette low regret, che comportano costi spesso più contenuti ed effetti più limitati nell'ambito delle strutture esistenti. Gli adeguamenti profondi del sistema, che comportano vantaggi maggiori, comprendono la diversificazione aziendale e il trasferimento di zone coltivate e richiedono un lungo periodo di transizione.
Piano d'azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici
Il 2 marzo 2012 il Consiglio federale ha adottato la prima parte della sua strategia di adattamento ai cambiamenti climatici in Svizzera, in cui sono formulati gli obiettivi e i principi dell'adattamento a livello federale, identificati i campi d'intervento in nove settori e descritte le sfide intersettoriali. La seconda parte della strategia, adottata dal Consiglio federale il 9 aprile 2014, illustra come la Svizzera intende raggiungere i suoi obiettivi di adattamento e far fronte alle sfide attraverso un piano d'azione.
Il piano d'azione riassume le misure di adattamento adottate dagli uffici federali. 54 delle 63 misure previste in totale riguardano attività nei settori della gestione delle acque, della gestione dei pericoli naturali, dell'agricoltura, dell'economia forestale, dell'energia, del turismo, della gestione della biodiversità, della salute e dello sviluppo territoriale. La maggior parte delle misure mira a verificare le condizioni quadro per l'adattamento ai cambiamenti climatici o a migliorare le basi conoscitive attraverso il monitoraggio e la ricerca. Nove misure sono impostate in modo intersettoriale: il loro obiettivo è migliorare le basi conoscitive nonché la capacità d'azione attraverso il coordinamento, l'informazione e la sensibilizzazione. In primo piano vi sono l'aggiornamento periodico degli scenari climatici e idrologici, l'analisi delle opportunità e dei rischi dei cambiamenti climatici su scala nazionale nonché la cooperazione e il coordinamento dell'adattamento tra Confederazione, Cantoni, Comuni e Città.
Le misure di adattamento degli uffici federali saranno concretizzate e attuate nei prossimi anni nel quadro delle rispettive politiche settoriali. L'obiettivo primario dell'agricoltura è garantire anche in futuro, attraverso la sua capacità di adattarsi in maniera lungimirante, sia una produzione competitiva sia le altre prestazioni che fornisce nell'interesse della collettività. Gli elementi fondamentali del piano d'azione sono, in particolare, l'impiego ottimale di varietà e razze adatte e l'uso rispettoso del suolo e dell'acqua. Laddove necessario si devono sviluppare i sistemi di monitoraggio e allerta precoce nonché elaborare le basi per una gestione adatta alle condizioni locali.
Il piano d'azione fissa le condizioni quadro per l'attuazione della strategia di adattamento negli anni 2014-2019. L’adattamento ai cambiamenti climatici è un processo che deve essere adeguato periodicamente alle nuove condizioni. Lo stato delle conoscenze migliorerà con l'avanzare dei cambiamenti climatici nonché con l'acquisizione di nuove basi scientifiche ed esperienze nell'ambito dell'adattamento ai cambiamenti climatici. Sarà pertanto possibile e anche necessario valutare e sviluppare ulteriormente la strategia di adattamento e la sua attuazione.
Lancio di progetti pilota
Per aiutare i Cantoni, le regioni e i Comuni ad affrontare le nuove sfide, l'UFAM ha lanciato il programma pilota «Adattamento ai cambiamenti climatici», al quale partecipano pure gli Uffici federali della protezione della popolazione UFPP, della sanità pubblica UFSP, dell'agricoltura UFAG, dello sviluppo territoriale ARE e della sicurezza alimentare e di veterinaria USAV. Il programma pilota intende promuovere progetti innovativi ed esemplari per l'adattamento ai cambiamenti climatici nei Cantoni, nelle regioni e nei Comuni e attuarli con il sostegno finanziario della Confederazione.
Tra le numerose proposte pervenute sono stati selezionati 31 progetti che sono stati riuniti in 5 cluster tematici. Tra di essi ve ne sono alcuni strettamente correlati all'agricoltura, per esempio:
Suoli ben strutturati contribuiscono ad attenuare gli effetti negativi di periodi di siccità e forti precipitazioni. In varie aziende agricole dei Cantoni di Berna, Turgovia e Zurigo si stanno sperimentando e valutando approcci e metodi per una campicoltura adattata ai cambiamenti climatici. I risultati delle valutazioni confluiranno in raccomandazioni per la gestione delle colture.
Un modello di simulazione per la regione Broye/Seeland permette di elaborare previsioni sulle risorse idriche disponibili e sul fabbisogno irriguo nell'agricoltura. Queste previsioni saranno pubblicate su una piattaforma Internet e forniranno una base per ottimizzare la gestione delle risorse idriche.
Nella fascia pedemontana del Giura vodese i cambiamenti climatici e i periodi di siccità che ne derivano avranno conseguenze negative sulle risorse foraggere delle aziende produttrici di latte. Il progetto milClim mira ad adeguare la produzione lattiera al rischio di siccità e a migliorare l'autonomia foraggera delle aziende.
Per permettere alle aziende agricole di assicurare le colture foraggere contro le perdite di raccolto dovute a siccità, è allo studio una soluzione assicurativa indicizzata, specifica per la praticoltura e le colture foraggere, grazie al quale si potrà stabilire quando un'azienda assicurata può chiedere un risarcimento.
Nel Cantone di Ginevra si sta mettendo a punto un sistema di sorveglianza per individuare tempestivamente e sorvegliare i parassiti delle colture che si diffondono per effetto dei cambiamenti climatici. Verranno inoltre formulate raccomandazioni per contenere la loro diffusione e ridurre gli effetti negativi sull'agricoltura.
I progetti verranno realizzati tra il 2014 e il 2016, hanno una durata massima di tre anni (2014-2016) e devono contribuire a ridurre i rischi climatici e sfruttare le opportunità in loco. Occorre sensibilizzare le parti interessate alla problematica dell'adattamento e promuovere la collaborazione tra i vari attori.
Bibliografia
Challinor et al., 2014: A meta-analysis of crop yield under climate change and adaptation. Nature Climate Change. DOI 10.1038/NCLIMATEE2153.
Fuhrer J. & Gregory P.J. (Eds.), 2014: Climate Change Impact and Adaptation in Agricultural Systems. CABI Climate Change Series.
Fuhrer J. und Calanca P., 2014: Bewässerungsbedarf und Wasserdargebot unter Klimawandel: eine regionale Defizitanalyse. Agrarforschung Schweiz 5 (6), 256-263.
Fuhrer et al., 2013: Water demand in Swiss Agriculture – Sustainable Adaptive Options for Land and Water Management to Mitigate Impacts of Climate Change. ART Schriftenreihe 19.
Holzkämper et al., 2014: Spatial and temporal trends in agroclimatic limitations to production potentials for grain maize and winter wheat in Switzerland. Regional Environmental Change. DOI 10.1007/s10113-014-0627-7.
Kapphan et al., 2012: Climate change, weather insurance design and hedging effectiveness. The Geneva Papers. 37, 286-317.
Jürg Fuhrer, Agroscope ISS, Daniel Felder, UFAG, Settore Sistemi agro-ambientali e sostanze nutritive, daniel.felder@blw.admin.ch
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